martedì 24 giugno 2008

TAGLI A TREMEDIA A CONFERMA CHE LA CITTÀ DEL PONTE È PRECARIA

Fabio Mazzeo e la crisi dell'emittente messinese Tremedia. Non vorremmo svegliare dal sonno nessuno dei sindacalisti che oggi esprime (giustamente) la solidarietà ai licenziati: ma i tagli di oggi sono la logica conseguenza di quel che accadde diversi mesi addietro quando l'editore di Tremedia di punto in bianco decise che era arrivato il momento di spegnere il microfono del giornalista Ciccio Manzo. Se qualcuno l'avesse dimenticato questo foglio elettronico prese le parti di Manzo perché gli riconosce una libertà di pensiero non comune in tanti altri comunicatori. Diteci pure che saremo pregiudizievoli ma aver spento il microfono di Ciccio Manzo è stato un diritto negato alla gente umile. Non ricordiamo una lettera del direttore Fabio Mazzeo che difendesse i diritti di Manzo nè in caso di giusto licenziamento, ne spiegasse i motivi non a noi ma ai telespettatori di Tremedia. Nell'emittente diretta da Fabio Mazzeo - nella tipica usanza dello Stretto - si preferì far orecchie da mercante. Magari sperando che il tempo potesse tappare le falle di un traghetto che da un bel po' imbarcava acqua. E poi a quel tempo qualcuno, forse più di uno, pensava o sperava che a diventare sindaco fosse Francantonio Genovese che di solito è particolarmente generoso con chi lo aiuta nel comunicare il suo programma. La storia recente ci dice che è andata in maniera diversa: Franzantonio Genovese scoppia nell'urna e sindaco viene eletto Giuseppe Buzzanca. Ma andiamo avanti. Per chi l'avesse dimenticato Televip - Tremedia in dieci anni ha cambiato diversi editori, giornalisti e conduttori: ci sarà pur qualche motivo per non far quadrare mai conti e rapporti? Possibile che è sempre colpa degli editori che si sono presi la briga di pagare a fine mese le fatture? Possibile che a Televip - Tremedia chi compra le quote di maggioranza sia sempre tiranno e spilorcio, o dobbiamo supporre che c'è dell'altro? In questi dieci anni abbiamo avuto la fortuna di apprezzare il buon lavoro svolto dalla redazione e visto crescere professionalmente dei colleghi che nonostante le loro indubbie doti e qualità sono state lasciati in panchina dal direttore Mazzeo: non abbiamo difficoltà a credere che sicuramente lo avrà fatto per il bene della sua squadra (?). Anche se noi siamo dell'opinione che i più meritevoli vanno sempre fatti giocare e quelli bravi noi li vorremmo sempre in squadra. Comunque al di là delle nostre valutazioni e senza nulla togliere a Fabio Mazzeo, non si può non dire che la crisi della tivvù locale Tremedia ha più indiziati e numerosi complici. La cosa potrà non far piacere a qualcuno ma se vogliamo raccontarla sul serio bisogna anche fare ammenda. E ha ragione il sindacato dell'Orsa a sostenere che la crisi occupazionale della città di Messina non risparmia proprio nessuno, i tagli al costo del lavoro questa volta hanno colpito i dipendenti dell’emittente televisiva Tremedia, a farne le spese sono lavoratori che con assoluta professionalità hanno saputo garantire la pluralità dell’informazione dando voce a tutti, sopratutto agli ultimi, attraverso un giornalismo libero dalle pressioni dei poteri forti che ha consentito di accendere i riflettori sulle ormai innumerevoli vertenze della città. Eccolo, dunque, il dramma di Messina: la mancanza di pluralità di informazione e opinione e soprattutto la mancanza di diritti per quelli più meritevoli che o si adeguono alla legge del padrone (se preferite del predone) o stanno ai giardinetti a contare le papere di quelli che seppur meno in gamba lavorano per grazia divina. Informazione trattata come Policlinico, Università, Ato, Messinambiente, Atm, perpetuo ricominciamento e perpetuo smacco della politica, sempre uguale, sempre quella: i principi che ogni sindaco o assessore ostenta, quelli della buona imprenditoria, dell'efficienza, della civiltà liberale, sono semplici sopravvivenze, organi inutili e disseccati? O sono invece i gli altri come Ciccio Manzo, che si accaniscono? A furia di raccontare frottole più di uno ha perso di vista la realtà: la crisi di Tremedia è lo specchio di come si vive male a Messina e come farsi gli affaracci propri o mettere comodamente la testa sotto la sabbia, è il modo non dignitoso per risolvere l'emergenze. Perché è bene ricordare che oggi ci sono altri licenziamenti sul tavolo della vicenda. Ma Tremedia non si ferma: il sindacato Cisl che solidarizza con i lavoratori dell'emittente messi sulla strada dal padrone, però non trova disdicevole apparire sul video di Tremedia per parlare di Ferrovia. Si vede che lo sciopero bianco, la protesta civile non è più in voga alla Cisl. Nè a Messina. Coraggio colleghi più buio di mezzanotte non potrà mai essere per questa sciroccata città che vuole il Ponte. (IMGpress)

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